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martedì 13 marzo 2012

DEMOCRAZIA SEMPRE PIU’ IN PERICOLO


Alla luce della lettura della sentenza dei giudici fiorentini in merito alla strage del 1992 all'Accademia dei Georgofili, laddove si scrive esplicitamente di una trattativa tra lo Stato e la mafia, trattativa aperta proprio dallo Stato, riemerge il problema di fondo della natura "duale" dello Stato italiano, dei suoi misteri imperscrutabili, che - limitandoci al dopoguerra - da Portella della Ginestra in avanti hanno rappresentato l'inquietante scenario nel quale si sono svolte lotte di potere tese a limitare la democrazia e a bloccare l'ascesa del movimento operaio (come furono, tanto per fare esempi, il "Piano Solo" e la Strage di Piazza della Fontana). Siamo di fronte a fatti di una gravità inaudita che hanno minato, e minano, nel profondo la credibilità dell'intero sistema democratico. Le massime istituzioni dello Stato debbono fornire una risposta a questi interrogativi. La richiesta della verità deve valere una forte mobilitazione civile, impegnativa quanto quella sarebbe necessaria per le gravi questioni sociali che la crisi economica sta accentuando e che questo governo sta aggravando con misure ingiuste ed antipopolari. Rendiamoci conto che siamo, davvero, al limite della credibilità e dell'autorevolezza di un sistema nel quale si è svuotata la funzione del Parlamento, delegittimato come mai in altri momenti pur difficili della vita della Repubblica. Interrogativi pesanti quant'altri mai ai quali dobbiamo chiedere sia fornita una risposta credibile, pena un ulteriore arretramento della democrazia.

Franco Astengo


Nota mia: i meno giovani ricorderanno quando la definizione del cosiddetto senso comune, in voga allora sui giornali e alla tv, che dipingeva la mafia "come un vero stato nello stato". Poi devono essersene accorti...






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