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mercoledì 22 febbraio 2012

MIKIS THEODORAKIS: LETTERA APERTA

Mikis Theodorakis: lettera aperta



ATENE, 12 febbraio 2012 - Esiste una cospirazione internazionale il cui obbiettivo è la completa distruzione del mio Paese. Hanno iniziato nel 1975, prendendo di mira la civilizzazione della Grecia moderna, hanno proseguito con la distorsione della nostra storia moderna e della nostra identità nazionale, ed ora stanno cercando di eliminarci sia biologicamente che per tramite della disoccupazione, della fame e dell’impoverimento.


Se il popolo greco non si solleva come un tutt’uno per fermarli, il pericolo dell’estinzione della Grecia è evidente e lo colloco nei prossimi dieci anni: non resterà nulla di noi tranne il ricordo della nostra civiltà e delle nostre battaglie per la libertà.


Fino al 2009, non c’è stato nessun serio problema economico. Le maggiori ferite alla nostra economia erano rappresentate dalle enormi spese collegate a due fattori: l’acquisto di materiale bellico e la corruzione di una parte del settore politico-economico-giornalistico.


Di entrambe tali ferite, sono congiuntamente responsabili gli stranieri: per esempio i tedeschi, così come i francesi e gli inglesi e gli americani, che hanno guadagnato miliardi di euro dalla vendita di materiale di guerra a scapito della salute della nostra nazione. Tale continua emorragia ci ha messo in ginocchio e non ci ha permesso di progredire, mentre nel contempo rendeva prospere tali nazioni straniere. La stessa cosa vale per il problema della corruzione: l’azienda tedesca Siemens – per esempio – aveva un dipartimento specifico finalizzato alla corruzione di azionisti greci in modo da collocare i propri prodotti sul mercato greco. Dunque, il popolo greco è stato vittima dell’accoppiata predatoria data dai tedeschi in combutta con altri greci, che si sono arricchiti a sue spese.


È ovvio che queste due grandi ferite si sarebbero potute evitare se i capi dei due partiti pro-America al potere non fossero stati indeboliti dagli elementi corrotti che sono ricorsi a prestiti eccessivi al fine di occultare la fuga della ricchezza (cioè del frutto del lavoro del popolo greco), nelle mani di nazioni straniere; cosa che ha portato ad un debito pubblico salito a 300 miliardi di euro, cioè pari al 130% del PIL.


Grazie a questo tradimento da parte di chi godeva della fiducia, gli stranieri elencati in precedenza hanno conseguito un profitto doppio: il primo derivante dalla vendita delle armi e dei loro prodotti. Il secondo, derivante dagli interessi sul denaro che hanno prestato ai governi, e non al popolo. Come abbiamo visto, in entrambi i casi la prima vittima è il popolo. Il solo esempio che segue è sufficiente a convincervi: gli interessi sul prestito da un miliardo di dollari che Andreas Papandreu ricevette nel 1986 da una importante nazione europea hanno raggiunto i 54 miliardi (ho ricontrollato 3 volte: miliardi. 54 miliardi di interessi su 1 miliardo di prestito, ndt), di euro ed avrebbero finito di essere ripagati nel... 2010!


Un anno fa Juncker dichiarò di essersi reso conto che l’emorragia finanziaria greca fosse dovuta all'eccessiva (e compulsiva) spesa nell’acquisto di materiale militare esclusivamente dalla Germania e dalla Francia. Concluse quindi che i nostri venditori ci stavano portando sulla via della distruzione. Confessò, comunque, di non aver intrapreso nessuna azione che potesse danneggiare gli interessi delle nazioni – sue – amiche!


Nel 2008 è arrivata in Europa la grande crisi finanziaria. Che l’economia greca ne venisse colpita è stata solo una questione logica. Invece i nostri standard di vita – tali che la Grecia era nel gruppo dei 30 Paesi più ricchi al mondo – non ne furono influenzati; anzi, ci fu un aumento del debito pubblico. Ma il debito pubblico non porta necessariamente ad una crisi finanziaria. Ci sono grandi nazioni, quali gli Stati Uniti e la Germania, che hanno debiti di trilioni (migliaia di miliardi) di euro. La chiave è nella crescita economica e nella produzione, in tal caso si può avere denaro in prestito dalle grandi Banche al 5% fino a che la crisi non termina. Una simile crescita economica era esattamente la posizione nella quale ci trovavamo nel 2009, quando nel novembre si verificò il cambio di governo e G. Papandreou salì in carica come Primo Ministro. Per rendere più chiara l’attuale idea dei greci, citerò due cifre: nelle elezioni del 2009 il PASOK prese il 44% dei voti. Oggi i sondaggi attribuiscono al PASOK il 6% dei voti. Papandreu avrebbe potuto affrontare la crisi finanziaria (che come ho già detto è il riflesso di quella europea), prendendo a prestito dalle banche straniere al tasso abituale del 5%. Se avesse fatto ciò, non ci sarebbe stato il minimo problema per il Paese. Di fatto, sarebbe successo l’opposto: dato che ci trovavamo in una direzione di crescita economica, i nostri standard di vita sarebbero certamente migliorati.


Ad ogni modo, Papandreou aveva dato inizio alla sua cospirazione segreta ai danni del popolo greco fin dall’estate del 2009, quando si era incontrato segretamente con Strauss-Kahn, con lo scopo di mettere la Grecia sotto il dominio del Fondo Monetario Internazionale. La notizia relativa a questo incontro è stata diffusa dallo stesso presidente del FMI.


Per raggiungere un tale obbiettivo, è stata distorta la reale situazione finanziaria del Paese, di modo che le banche diventassero nervose e facessero salire i tassi di interesse a valori proibitivi. L’odioso progetto è iniziato con la falsa crescita del debito pubblico dal 9,2% al 15%. Per tale atto criminale, 20 giorni fa il Procuratore Peponis ha incriminato Papandreou e Papakonstantinou (ministro delle Finanze). Quella che ne è seguita è stata una sistematica campagna portata avanti in tutta Europa da Papandreou e Papakonstantinou, portata avanti per 5 mesi durante i quali cercarono di convincere gli europei che la Grecia fosse un Titanic vicino ad affondare, che i greci fossero corrotti, fannulloni e quindi incapaci di far fronte ai bisogni del Paese. Dopo ognuna di simili dichiarazioni, i tassi di interesse salirono finchè divenne per noi impossibile accedere ulteriormente ad altri prestiti e dando così al Fondo Monetario Internazionale ed alla Banca Centrale Europea la possibilità di sembrare dei salvatori quando in realtà sono quelli che hanno dato inizio alla nostra morte.
Nel maggio del 2010, fu un solo ministro a firmare quel famoso Memorandum che sancì la nostra completa schiavitù ai nostri finanziatori. Le leggi greche prevedono che nel caso di accordi di tale importanza l’adozione sia decisa dai 3 quinti del Parlamento. Dunque, fondamentalmente, sia il Memorandum, che la Troika che di fatto ci governa oggi, sono entrambi illegali tanto per le leggi greche che per quelle europee. Ma da allora, se ci sono 20 passi che ci separano dalla morte, ne abbiamo percorsi più della metà. Immaginiamo che con questo Memorandum noi si sia affidata a degli stranieri la nostra indipendenza nazionale e la nostra proprietà nazionale cioè: i nostri porti, aeroporti, reti stradali, elettricità, reti idriche, giacimenti sotterranei e sottomarini, risparmi, ecc., ecc. Aggiungiamo i nostri monumenti storici quali l’Acropoli, Delfi, Olimpia ed Epidauro e siti analoghi, dato che abbiamo rinunciato alle nostre difese legali.

La produzione è arrivata ad un punto morto, la disoccupazione è salita al 18%, 80.000 negozi hanno chiuso così come migliaia di piccole aziende e centinaia di industrie. Complessivamente hanno chiuso 432.000 imprese. Decine di migliaia di giovani scienziati stanno abbandonando il Paese che sta precipitando ogni giorno di più nelle tenebre medioevali. Migliaia di cittadini un tempo benestanti rovistano nella spazzatura e dormono per terra. Intanto, si pensa che noi si sopravviva grazie alla magnanimità di chi ci ha prestato i soldi: l’Europa, le Banche, il FMI. La verità è che ogni pacchetto di aiuti, che addebita alla Grecia decine di miliardi di euro, viene totalmente rimborsato mentre noi siamo schiacciati da tassi di interesse insostenibili. E siccome è necessario tenere in piedi lo Stato, gli ospedali e le scuole, la Troika sta caricando di tasse esagerate gli strati economici medi e bassi della popolazione, conducendoci direttamente alla fame, a quella carestia che si verificò all’inizio dell’occupazione tedesca del 1941, quando in 6 mesi morirono 300.000 greci. Da allora, nel nostro diffamato e sfortunato Paese lo spettro della fame ritorna solo oggi.


Se riflettiamo sul fatto che l’occupazione tedesca ci costò un milioni di morti e la totale distruzione del nostro Paese, come è possibile che i greci accettino le minacce della Merkel e l’intenzione della Germania di imporci un nuovo (Adolph Wagner, ndt) Gauleiter... questa volta con la cravatta...?


Per dimostrare che Paese ricco sia la Grecia e che lavoratori coscienziosi ed instancabili siano i greci (consci del loro debito verso la libertà e di amore per il loro Paese), voglio citare un esempio dei tempi dell’occupazione tedesca verificatasi dal 1941 all’ottobre 1944.


Quando le SS e la fame stavano uccidendo un milione di cittadini e la Wehrmacht stava sistematicamente distruggendo il Paese, e rubando tutta la sua produzione agricola e l’oro dalle banche, i greci salvarono la gente dalla fame creando il Movimento di Solidarietà Nazionale ed un esercito partigiano di 100.000 uomini, che mise alle strette le 20 divisioni tedesche presenti nel Paese.


Contemporaneamente, i greci, pur sotto le terribili condizioni dell’occupazione, non solo riuscirono a sopravvivere grazie al loro duro lavoro, ma ci fu anche una grossa crescita nell’arte moderna greca, soprattutto letteratura e musica.


I greci scelsero la via dell’autosacrificio in nome della libertà e della sopravvivenza.


Dunque, fummo puniti senza motivo, rispondemmo con Solidarietà e Resistenza e sopravvivemmo. Ora dobbiamo fare esattamente la stessa cosa, con la certezza che il popolo greco sarà alla fine il sicuro vincitore. Questo è il messaggio che io mando alla Merkel e a Schouble, dichiarando che io sarò sempre amico del popolo tedesco, un ammiratore del loro grande contributo dato alle Scienze, alla Filosofia ed all’Arte, ed in particolare alla Musica! Prova decisiva di tutto ciò è che ho affidato la mia completa opera musicale a due produttori tedeschi – Schott e Breitkopf – che sono tra i più importanti produttori musicali al mondo, e la mia cooperazione con loro è molto amichevole.


Ci stanno minacciando di buttarci fuori dall’Europa: se l’Europa non vuole che la Grecia ne faccia parte, la Grecia – da parte sua – è dieci volte meno desiderosa di far parte di questa Europa-alla-Merkel-Sarkozy.


Oggi, domenica 12 febbraio 2012, prenderò parte alle dimostrazioni insieme a Manolis Glezos, l’eroe che in passato tirò giù la svastica dall’Acropoli, segnando così l’inizio della resistenza contro Hitler non solo in Grecia ma in tutta Europa.


Oggi, le nostre piazze e le nostre strade saranno invase da centinaia di migliaia di cittadini che manifesteranno la loro rabbia contro il governo e contro la Troika.


Ieri, ho sentito il banchiere-Primo-Ministro dichiarare al popolo greco che «abbiamo toccato il fondo». Ma chi ci ha portato al fondo in soli due anni? Quelle stesse persone che, invece di essere messe in galera, hanno ricattato i membri del parlamento perchè firmassero un Nuovo Memorandum – che è ancora peggiore del precedente – e che sarà realizzato da quelle stesse persone e seguendo al stessa metodologia che ci ha portati a questo fondo. Perchè? Perchè questo è quello che ordinano il FMI e l’Euro-gruppo, minacciandoci che se disobbediamo, finiremo in bancarotta?! Questa è una commedia del teatro dell’assurdo. Tutte queste componenti (date sia stranieri che da alcuni greci), che di fatto odiano il nostro popolo e che sono gli unici responsabili della drammatica situazione nella quale hanno condotto il nostro Paese, ci minacciano e ci ricattano mirando unicamente al portare avanti la loro opera di devastazione; per esempio, a portarci oltre a tale fondo, alla nostra eliminazione finale.


Nei vari secoli, siamo sopravvissuti a situazioni veramente difficili, ed è certo che se ci portassero a forza sul punto di morire, i greci non solo sopravviverebbero, ma rinascerebbero.
Ho dedicato tutto il mio impegno al fine di unificare dinamicamente il popolo greco. Sto cercando di convincerli che il FMI e la Troika non sono una strada a senso unico e che esiste una soluzione alternativa. E che tale soluzione consiste nel cambiare in modo radicale la rotta della nostra nazione e di rivolgersi alla Russia per una cooperazione economica e per siglare delle cooperazioni industriali al fine di estrarre le nostre risorse naturali in modi vantaggiosi e che salvaguardino i nostri interessi nazionali.


Per quanto riguarda l’Europa, suggerisco che noi si smetta di comperare materiale bellico dalla Germania e dalla Francia, e che si faccia tutto il possibile in modo che la Germania ci versi i debiti di guerra che ci deve e che ammontano – allo stato attuale e tenendo conto anche degli interessi relativi – a circa 500 miliardi di euro.

L’unica forza in grado di realizzare tutti questi cambiamenti rivoluzionari è il popolo greco, unificato in un grande Fronte di Resistenza e di Solidarietà finalizzato al rimuovere la Troika (FMI e banche europee), dal nostro Paese. Nello stesso tempo, tutte le loro azioni illegali quali: prestiti, debiti, interessi, tasse e privatizzazioni del patrimonio nazionale, devono essere considerate come se non avessero mai avuto luogo. Ovviamente, i loro sodali greci – che sono già stati condannati quali traditori dalle nostre coscienze – dovranno essere puniti.


Io sono totalmente impegnato, anima e corpo, in questa causa: l’unificazione del popolo in un unico fronte e credo che alla fine avrò ragione. Io ho combattuto, pistola in pugno, contro l’occupazione di Hitler, ho fatto l’esperienza delle prigioni segrete della Gestapo, sono stato condannato a morte dai tedeschi e sono miracolosamente sopravvissuto. Nel 1967 ho costituito il PAF (Fronte Patriottico Anti-dittatura), la prima organizzazione di resistenza contro la giunta militare di allora. Ho combattuto di nascosto, sono stato catturato ed imprigionato nel mattatoio della giunta, ed ancora una volta sono sopravvissuto.


Oggi ho 87 anni ed è molto probabile che non vivrò così a lungo da poter vedere la salvezza del mio amato Paese, ma morirò con la coscienza pulita, perchè andrò avanti fino alla morte a compiere il mio dovere verso gli ideali di libertà e di giustizia.






Mikis Theodorakis




Ringrazio Enrico Peyretti per la mail


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