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giovedì 29 settembre 2011

INTERVENTO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO ALLA CONCLUSIONE DELLA MARCIA PER LA PACE E LA FRATELLANZA DEI POPOLI

Perugia-Assisi 2011



Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli






Intervento del Movimento Nonviolento dal palco della Rocca di Assisi


di Mao Valpiana






Oggi i giovani del 1961 hanno camminato con i giovani del 2011.


Abbiamo marciato tutti insieme seguendo due idee fondamentali: pace e fratellanza.


Pace e fratellanza sono il programma politico che Capitini ci ha indicato nel 1961 e che ancora oggi è il nostro programma politico.


Pace e fratellanza si raggiungono attraverso una strada maestra che è quella del disarmo.


Disarmo significa riduzione drastica delle spese militari.


L'articolo 11 della Costituzione italiana dice: “l'Italia ripudia la guerra”. Per ripudiare la guerra noi oggi dobbiamo ripudiare gli strumenti che la rendono possibile: gli eserciti e le armi.


Ringraziamo il presidente Napolitano del messaggio che ci ha inviato oggi, ma gli diciamo che l'articolo 11 vale sempre, vale anche per la guerra in Libia, e vale per la guerra in Afghanistan!


Non si possono difendere i diritti umani con i bombardamenti.


E solo quando realizzeremo e applicheremo veramente l'articolo 11 della Costituzione avremo la strada aperta per attuare concretamente tutti i dieci articoli precedenti: la pace, la giustizia, l'uguaglianza, il lavoro dignitoso per tutti, si possono ottenere solo attraverso l'abolizione della guerra e della sua preparazione.


La vera marcia, lo sappiamo, comincerà questa sera, quando ognuno di noi tornerà nella propria casa con l'impegno di realizzare il programma politico nonviolento: pace e fratellanza.


Per cominciare, dobbiamo partire da noi stessi, ognuno di noi deve fare il proprio disarmo.


Un disarmo unilaterale, un disarmo culturale. Fare cadere i muri dentro le nostre teste. Spezzare il proprio fucile.


Non aspettiamo che siano gli altri a disarmare, incominciamo noi!


Questa è la chiave della nonviolenza: partire dalla propria esperienza, mettere in gioco la propria vita.


Questo è l'orizzonte che ci ha mostrato Aldo Capitini, questo è il varco attuale della storia che Capitini ha indicato dalla Rocca di Assisi cinquant’anni fa.


Il Movimento Nonviolento, da lui fondato, prosegue il cammino nella direzione di una politica nonviolenta per l’opposizione integrale alla guerra.


Concludo portandovi il saluto di Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza italiano che ha aperto la strada nel nostro paese all'obiezione di coscienza: obiettiamo alle armi, obiettiamo agli eserciti, obiettiamo alla guerra!

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