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lunedì 3 gennaio 2011

A proposito dell'attentato alla Chiesa Copta


Come molti italiani, sapevo ben poco della Chiesa Copta a parte la sua nascita per uno scisma dalla Chiesa greca (per motivi legati alla natura del Cristo); sapevo anche di bellissime chiese copte etiopi (o eritree, non ricordo bene) costruite sottoterra, scavando la roccia.
In seguito al mostruoso attentato alla Chiesa di Alessandria, sono andato su internet a cercare qualcosa. Ho trovato il seguente testo che pubblico. E' utile ricordare che in questi giorni, mai più di prima, occorre batterci per il dialogo e non dar voce a coloro che predicano l'odio (non a caso Libero o il Giornale, poco importa, riprendevano un testo di Oriana Fallaci...). Ancora una volta, la religione viene usata come una arma per seminare morte e imporre una cocnezione di vita (?) autoritaria e monolitica...
A'altra parte, i soliti geniacci nostrani prenderanno spunto da questa tragica vicenda per attaccare, ancora una volta, la Comunità Islamica italiana, facendo, come sempre, d'ogni erba un fascio...Meno male che sul quotidiano La REpubblica leggo che il Comune di Torino ha detto sì alla costruzione di una Moschea (senza, però, il minareto...), facendo incavolare, e non poco, i leghisti...

Chiesa Copta
Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.



La Chiesa copta è una chiesa cristiana miafisita (impropriamente detta monofisita, definizione non accettata dagli Ortodossi etiopi). È una delle Chiese orientali antiche.
Nella Chiesa copta il titolo di Papa spetta al patriarca di Alessandria. Attualmente Shenouda III è il 117° Papa della Chiesa ortodossa copta. A differenza di quanto avviene nella Chiesa cattolica, per il papa copto non esiste un analogo del dogma dell'infallibilità papale.
Per un'antica tradizione, i vescovi della Chiesa copta possono provenire solo dal "clero bianco", cioè dai monaci. Inoltre, ad essi è richiesto il celibato.
Nel corso del XIX secolo una parte di essa si è portata in comunione con il papa di Roma ed ancora oggi sussiste sotto il nome di Chiesa cattolica copta.


Etimologia
Il termine "copto" deriva dall'arabo qubṭ (قبط), un’arabizzazione del termine di Kubti (bohairico) e Kuptaion (sahidico). Tale termine a sua volta deriva probabilmente dal greco aiguptos, egiziano. Il termine greco Aiguptos, "Egitto", ha una lunga storia: risale infatti a un'antica lingua micenea (prima forma del greco), nella quale il termine si dice a-ku-pi-ti-jo (letteralmente "egiziano", usato nel senso di uomo egiziano). Il significato etimologico del termine si riferisce pertanto alle persone di origini egiziane, non solo a quelle che professano la religione copta.
Dopo la grande conversione di gran parte del popolo egiziano all'Islam, il termine copto iniziò a essere associato agli egiziani cristiani che non si unirono in matrimonio con gli invasori arabi.
Nel XX secolo, alcuni egiziani nazionalisti e intellettuali cominciarono a usare il termine copto nel senso storico. Markos Pasha Semeika, fondatore del Museo Copto, disse che ogni egiziano è o musulmano copto o cristiano copto, poiché entrambi i gruppi di fedeli discendono dagli antichi egiziani.
Storia
La Chiesa fu fondata in Egitto nel I secolo. Essa ha origine dalla predicazione di san Marco, discepolo, che scrisse il suo Vangelo nel I secolo e portò il cristianesimo in Egitto, al tempo dell'imperatore Nerone.
I primi monaci copti vissero in Egitto durante il IV secolo. Molti di loro morirono come martiri.
Eluro, grazie a monaci cristiani egiziani, fu il fondatore della Chiesa egizia monofisita, detta appunto Chiesa copta.
Tra il 484 e il 519, nel periodo dello scisma acaciano, voluto dal patriarca di Costantinopoli Acacio, il monofisismo si rafforzò in Egitto, grazie soprattutto a Pietro Mongo, vescovo d'Alessandria e successore di Eluro, che accettò l'Henoticon, il documento di compromesso (poi fallito) tra cattolici e monofisiti, voluto dall'imperatore Zenone di Bisanzio (474-475 e 476-491).
La Chiesa copta è stata una delle Chiese a soffrire di più dell'avanzata araba nel Nord Africa.
Negli anni successivi i copti considerarono gli Arabi come liberatori durante la loro lotta con i bizantini. I rapporti col potere arabo-islamico sono segnati dall'alternanza tra momenti di maggiore tolleranza e fasi di persecuzione religiosa.
La disputa dottrinale
Durante il IV e V secolo si ebbe lo scisma della Chiesa copta dalla Chiesa latina e greca[1].
Il IV ed il V secolo furono caratterizzati dalle cosiddette "eresie cristologiche". I cristiani, cioè, si divisero circa la natura di Cristo. Gli ariani accentuavano la natura "umana", i nestoriani, invece, consideravano Cristo sia uomo che Dio, ma non ammettevano la contemporaneità di tali nature.
La Chiesa riunita nel Concilio di Calcedonia affermò che Cristo era, al tempo stesso, completamente Dio e completamente uomo, avendo due nature. Ciò provocò lo scisma dei duofisiti nestoriani e dei miafisiti (Ortodossia etiopica), che si separarono dal resto della Chiesa rimandendo fedeli ai concili precedenti. In realtà la concezione della Chiesa copta su Cristo si distingueva da quella dei nestoriani e dei monofisiti veri e propri (Eutiche). Anche oggi i copti amano definirsi "miafisiti", in quanto non credono alla definizione calcedonese "due nature in una persona" ma preferiscono parlare di "unica natura del Verbo incarnato", secondo le parole di san Cirillo di Alessandria. Questo perché, secondo il dettato biblico, ad ogni natura corrisponde una persona e, affinché la Trinità non diventi "Tetra-", Cristo deve essere concepito con un'unica natura.
I copti credono quindi che il Signore Gesù sia perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, ma la sua divinità e la sua umanità sono state unite in una sola natura chiamata "la natura del Verbo incarnato", ribadita da san Cirillo di Alessandria.
I copti, quindi, credono in un'unica natura: "umana" e "divina", unite in un'unica natura, "senza mescolanza, senza confusione, senza alterazione" (dalla dichiarazione di fede alla fine della divina liturgia copta). Queste due dimensioni (umana e divina) "non si sono separate nemmeno per un attimo o battito di ciglia" (dalla dichiarazione di fede alla fine della divina liturgia copta). Per i copti Gesù è Dio completo e uomo completo insieme, ma quella di Cristo è comunque un'unica natura nata dall'unione delle due precedenti, senza né mescolanza né confusione o separazione. La Chiesa copta ritiene di essere stata fraintesa nel Concilio di Calcedonia del V secolo.
I tempi recenti
Dopo il concilio Vaticano II, Chiesa cattolica e chiesa copta hanno iniziato un cammino ecumenico di dialogo. Questo ha portato nel 1973 al primo incontro, dopo quindici secoli, tra papa Paolo VI ed il patriarca dei copti Shenouda III. Insieme decisero di iniziare un dialogo teologico, il cui frutto principale è stata la dichiarazione comune del 12 febbraio1988, che esprime un accordo ufficiale sulla cristologia, accordo approvato dal Santo Sinodo della Chiesa Copta Ortodossa. La dichiarazione comune sulla fede cristologica mette fine a secoli di incomprensione e di reciproca diffidenza. Così i due pontefici si esprimono:

« Crediamo che il Nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo, il Verbo Incarnato è perfetto nella Sua Divinità e perfetto nella Sua Umanità. Ha reso la Sua Umanità una con la Sua Divinità senza mescolanza, commistione o confusione. La Sua Divinità non è stata separata dalla Sua Umanità neanche per un momento o per un batter d’occhio. Al contempo [pronunciamo anatema sulla] dottrina di Nestorio e di Eutiche. »

Liturgia
La liturgia copta è simile a quella ortodossa (Divina Liturgia), ma le due liturgie si sono evolute differentemente, anche perché quella ortodossa è stata influenzata dal ruolo del patriarcato di Costantinopoli, mentre quella copta dal ruolo del patriarcato di Alessandria. La Chiesa copta vanta, infatti, di non aver accettato le decisioni del Concilio di Calcedonia del 451. Ciò fa sì che i cristiani copti siano chiamati "protocalcedoniani".


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