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sabato 13 febbraio 2010

Luca Romeo ha inviato un messaggio ai membri di primo marzo 2010 - sciopero degli stranieri - gruppo Genova.

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Oggetto: se la legge trasforma la solidarietà in reato

dal comitato nazionale:

martedì scorso è stato arrestato il nostro referente di Siracusa, padre Carlo D'Antoni, un uomo coraggioso e generoso, da molti anni schierato a fianco dei più deboli e impegnato nell'accoglienza dei migranti, e che non ha esitato a denunciare la situazione di degrado e sfruttamento (ancora più grave probabilmente di quella di Rosarno) che si è venuta a creare nelle campagne intorno a Cassibile (una frazione di Siracusa).

Le accuse formulate nei suoi confronti hanno lasciato increduli non solo noi di Primo Marzo 2010 ma tutto il mondo associativo, la Chiesa e le persone che hanno avuto la fortuna, in questi anni, di entrare in contatto con padre Carlo e conoscere il suo lavoro nella parrocchia di Bosco Minniti. Scrivo questo post poche ore dopo essere stata lì, in visita, e sono ancora emozionata e commossa. Ho partecipato a una riunione (già programmata) con il gruppo di Siracusa e con quello di Catania e ho visto con i miei occhi la famosa chiesa in cui l'altare è stato spostato per dare un posto e un ricovero a chi non ha un tetto sotto cui ripararsi. Ho visto con i miei occhi i ragazzi di padre Carlo (molti arrivano da Rosarno) e anche la processione di persone attonite venute a dare una mano dopo aver saputo dell'arresto. Persone di ogni tipo, in molti casi volontari o fedeli che da tempo non si erano più visti a Bosco Minniti ma che, dopo una notizia così sconvolgente, sono corsi a dare la loro testimonianza, e lo hanno fatto nel modo più congruo rispetto al carattere di Carlo e dei suoi collaboratori: attraverso le opere.

In questo momento il gruppo di Siracusa, che stava programmando molte e belle iniziative per il Primo marzo, coinvolgendo anche tantissimi immigrati, si trova in grosse difficoltà. Non solo perché è momentaneamente "assente" la principale guida spirituale e organizzativa, ma anche perché i materiali prodotti, le risorse finanziarie e molte altre cose sono al momento inaccessibili. Per questo invito tutti gli altri gruppi a solidarizzare e a dare una mano, nella misura che riterranno praticabile.

La giustizia deve sicuramente fare il suo corso, ma da parte nostra esiste la convinzione dell'assoluta innocenza di padre Carlo. Se una colpa è stata commessa a Bosco Minniti è stata quella di praticare in modo radicale il principio cristiano dell'accoglienza.,Nello specifico, di dare un domicilio a chi non lo aveva e ne aveva bisogno per avviare l'iter legale di regolarizzazione. Sappiamo bene che,oggi, anche per effetto della perversa saldatura che si è prodotta tra razzismo istituzionale e razzismo popolare, questa pratica nel nostro Paese può diventare un reato, nonostante da più parti si invochi la difesa delle radici cristiane. E' un paradosso che, in un Paese che si professa cristiano, praticare il cristianesimo possa diventare un reato. Il problema evidentemente è a monte. Se una legge, da un lato, produce clandestinità (e c'è un'ampia letteratura che dimostra che questo ha fatto, sino ad ora, la Bossi-Fini, e che le cose stanno andando ancora peggio da quando è in vigore il famigerato pacchetto sicurezza) e, dall'altro, trasforma la solidarietà in illegalità, evidentemente, è da ripensare.

*Stefania Ragusa (presidente di Primo marzo 2010)

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