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domenica 1 giugno 2008

UN GESTO DI CIVILTA' E DI CORAGGIO

Autodenuncia di Angelo Genovese
Professore ordinario presso la Facoltà di Veterinaria
Università di Napoli Federico II°
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Io mi autodenuncio perché non intendo rispettare il diktat legislativo che vieta ai cittadini di opporsi alla realizzazione del piano per uscire dall’emergenza rifiuti in Campania e perché ritengo lo stesso un autentico atto criminale ai danni della società nel suo complesso.

Mi autodenuncio perché intendo oppormi con egual forza a tutte le misure coercitive che saranno messe in atto e perché intendo istigare i cittadini alla disobbedienza civile verso le misure previste dal decreto. Si tratta di un decreto incostituzionale che viola non solo i diritti fondamentali
della cittadinanza ma anche le ragioni del DIRITTO sancite nella Carta fondamentale della Repubblica Italiana. Col pretesto di risanare una situazione di disastro ambientale derivante dalla manifesta incapacità e dalla malafede dei vari livelli di governo del Paese si vogliono imporre ope legis (come già tentato in maniera più pacata dal precedente Governo) misure che non sono giustificabili né sotto il profilo tecnico né sotto quello giuridico. Al contrario chi oppone ragioni tecniche ad una presunzione della perfezione legislativa viene criminalizzato ed isolato sia dal pensiero unico della politica parlamentare che dai suoi lacché.

Mi autodenuncio perché ho perso ogni rispetto verso le Istituzioni politiche (che hanno da tempo abbandonato il percorso democratico) sia verso quelle amministrative che ogni giorno si dimostrano sempre più asservite al potere centrale e contemporaneamente colluse con il malaffare.

Mi autodenuncio perché intendo con questo affermare il mio diritto di cittadino di difendere la Costituzione Italiana contro chi la tradisce quotidianamente, e intendo farlo con tutti i mezzi a mia disposizione. Perché non intendo tradire i valori civili trasmessimi dalle generazioni che hanno duramente pagato il coraggio delle proprie idee in nome della Libertà lasciandoci una nazione moderna e progredita. Dicono di voler far rispettare la legalità confondendo questa con la legge. La legalità discende da un processo dialettico profondo che conduce ad una evoluzione della normativa e dei suoi effetti in senso democratico, la legge può, come questa approvata, essere anche una pura invenzione giuridica dettata dalla fantasia criminale di qualche cialtrone fondandosi unicamente sul pretesto di una emergenza (così viene definito un problema incancrenito da decenni) creata ad arte. Mi autodenuncio anche perché ho definito il legislatore (e lo ribadisco) un cialtrone.

Non minaccio di impugnare i fucili come qualcuno che oggi è indegnamente ministro di questa repubblica ha inteso fare per difendere interessi particolari, io abbraccio un arma molto più forte che è quella della ragione delle idee e intendo farlo con tutta la forza in nome degli interessi dei più deboli, della salute pubblica, della democrazia. Questa è l’arma che i governi totalitari temono più di ogni altra. Se qualcuno ha
il disegno criminale di affossare definitivamente la Democrazia in Italia inizi pure a perseguitare fin da ora chi dichiara che non si asservirà mai ad un potere ottuso e violento.

Mi autodenuncio perché sono un cittadino della Campania che vede tradite tutte le aspettative di rinascita di una terra martoriata da anni di malgoverno, di rapina pubblica e di malaffare. Come cittadino della Campania credo che l’unica via per la riscossa sia la lotta dura che possa arrestare questo processo di putrefazione istituzionale. É da oltre 30 anni che denuncio i crimini ambientali e le discriminazioni sociali in
questa Regione, ora sono convinto che a poco o nulla è servito perché la collusione tra potere politico e malaffare è qualcosa capace di impastare e metabolizzare ogni opposizione, che l’anomalia vera siano le persone che esprimono idee indipendenti.

Mi autodenuncio perché possa essere fermato in tempo prima che il profondo senso di disgusto verso il comportamento di molte istituzioni pubbliche monti fino al farmi abbandonare le pacate reazioni intellettuali impostemi dalla mia cultura democratica. I nostri padri, i nostri nonni mi hanno
insegnato a combattere la violenza del potere pagandone le conseguenze in prima persona così come fu per la grande guerra di resistenza, e una frase, poi divenuta slogan, mi rimbomba nella mente e ispira ogni mio pensiero: ora e sempre resistenza.

Angelo Genovese

Tutti i riferimenti su:
http://www.angelogenovese.it

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