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venerdì 16 maggio 2008

Cacciare i rom? No alle tentazioni naziste!

Dalla news letter L'Unione informa, traggo questo articolo (www.ucei.it, rassegnastampa@ucei.it)

“L'indiscriminata espulsione di massa di un gruppo etnico potrebbe forse produrre momentanei consensi e una breve ed effimera illusione, ma ben presto la vera natura discriminatoria di un simile atto emergerebbe con chiarezza e verrebbero messi a nudo tutti gli errori e le omissioni che nel tempo hanno prodotto questa degenerazione ingovernabile”. Così il presidente dell’Ucei Renzo Gattegna stigmatizza, in una dichiarazione riportata con bell’evidenza su Liberazione - Le Comunità ebraiche: rischio discriminazione – i rischi razzisti della travagliata vicenda dei rom, che a Ponticelli pochi giorni fa hanno visto i loro campi dati alle fiamme.La presa di posizione delle Comunità ebraiche e l’inquietante consonanza tra le azioni contro i rom e la recente storia ebraica sono il filo conduttore dell’intera rassegna stampa di oggi. Una panoramica dell’attualità viene da Flavio Haver, sul Corriere della sera - Maxi blitz contro i clandestini – La Ue: punite gli assalti ai rom – che delinea la situazione dei rom italiani, in questi giorni anche al centro di una maxi azione di polizia, richiamandosi anch’egli alle dichiarazioni di Renzo Gattegna. Su un piano diverso Gad Lerner, che da tempo va denunciando il dilagare di un atteggiamento razzista contro i rom, richiama su Repubblica - Con la scusa del popolo - il precetto biblico dell'immedesimazione per cui “In ogni generazione ciascuno deve considerare se stesso come se fosse uscito dall'Egitto”. Ciò, scrive, “dovrebbe suggerirci un esercizio: sostituire mentalmente, nei titoli di giornale, la parola “rom” con la parola ‘ebrei”, o “italiani”. Ne deriverebbe una cautela salutare, senza che ciò limiti la necessaria azione preventiva e repressiva. La categoria ‘sicurezza” non è neutrale. Ne sa qualcosa il centrosinistra sconfitto alle elezioni”.Sempre su Repubblica Adriano Prosperi - Il pogrom moderno – entra nel vivo del parallelo tra persecuzioni ebraiche e discriminazioni contro i rom riecheggiando i versi di Primo Levi. “Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case – scrive - proprio voi, telespettatori, lettori di giornali, guardate e chiedetevi se sono esseri umani questa donna, quest'uomo e questo bambino che una fotografia terribile ci ha mostrato caricati coi loro stracci sul pianale di un'Ape, in fuga davanti a popoli ebbri di sangue (…). La parola pogrom è uscita dalle rievocazioni storiche della Shoah per diventare realtà”.Ancora Repubblica dedica al tema un ampio articolo di Umberto Eco - Il nemico? Sporco e brutto – che affronta i meccanismi con cui si trasforma in capro espiatorio la figura del nemico con numerosissimi richiami ai pregiudizi antiebraici, da Tacito al Medioevo.Si torna su un piano più squisitamente politico con il lungo articolo del direttore di Liberazione Piero Sansonetti - Prove di pulizia etnica, come Milosevic. Con molteplici stoccate al Pd Sansonetti segnala la reazione di alcuni esponenti del mondo delle religioni all’attacco al popolo rom auspicandone una saldatura con la sinistra. “Un certo numero di associazioni cattoliche e di tutte le altre confessioni cristiane, settori dello stesso Vaticano, e ieri anche il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche, Renzo Gattegna – scrive - hanno protestato contro le deportazioni di massa e gli atti di repressione indiscriminata e hanno ricordato che i reati prevedono responsabilità individuale, non esiste la responsabilità di gruppo né tantomeno la responsabilità di «razza»”. “Se scoccherà una scintilla – conclude - un circuito virtuoso, e - dopo tanti anni - le battaglie della sinistra troveranno la strada per ricollegarsi coi settori più consapevoli del mondo cattolico, cristiano, ebraico, allora forse entrerà in crisi quell'equilibrio parlamentare che oggi ci atterrisce e si riapriranno prospettive, vie, speranze, idee”.Per uno sguardo fuori dell’Italia si segnala invece un articolo di Alberto Stabile su Repubblica - Bush in Israele: non si tratta con l’Iran – in cui si dà conto del discorso del presidente americano ieri alla Knesset. E si rimane in Medio oriente con 'Capimmo che stava succedendo qualcosa di terribile', intervista di Giuseppina Manin, sul Corriere della Sera, ad Ari Folman regista di “Waltz with Bashir” film dedicato alla guerra del Libano in presentazione in questi giorni al festival di Cannes.Daniela Gross

1 commento:

Anonimo ha detto...

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